Imminente, forse già oggi, la circolare su scudo e lavoratori all'estero (in particolare transfrontalieri) che l'agenzia delle Entrate ha annunciato lunedì scorso (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Con la possibilità di introdurre in via amministrativa un miniscudo per questi lavoratori: sulle somme ricevute come emolumenti dal datore di lavoro per le prestazioni oltre confine potrebbe essere chiesto, ai fini dell'emersione, un importo minimo (si parla di poche centinaia di euro) e non il 5 per cento.
E intanto altre indiscrezioni emergono anche sulla circolare del Tesoro sugli obblighi di segnalazione antiriciclaggio: anche gli istituti "tramitanti", come Iccrea e Icbpi, rientrerebero tra i soggetti esentati dagli obblighi di segnalazione antiriciclaggio nelle gestione delle dichiarazioni dello scudo fiscale.
Sul fronte poi del passaggio da paradisi fiscali a paesi collaborativi come chiede l'Ocse va registrato il passo in avanti compiuto dal Liechtenstein per uscire dalla cosiddetta lista grigia dell'organismo internazionale. Sono stati firmati infatti due nuovi accordi sullo scambio di informazioni fiscali secondo gli standard Ocse, con le autorità di Belgio e Olanda. In questo modo il Liechtenstein ha superato la soglia minima per uscire dalla lista dei paesi non cooperativi.
Tornando ai transfrontalieri (settore nel quale sono particolarmente coinvolti i lavoratori che prestano servizio in Svizzera) la soluzione individuata dalle Entrate sarebbe quindi quella di chiedere un versamento minimo per le retribuzioni ricevute all'estero e detenute su conti oltre confine. Spetterà alla nuova circolare dell'Agenzia chiarire con quale criterio si arriverà a questo risultato. Il meccanismo studiato per il caso svizzero poi sarebbe esteso anche agli altri lavoratori all'estero.
Come prevedono le regole dello scudo-ter il requisito richiesto a monte per accedere all'emersione è legato a una violazione del monitoraggio fiscale. La soluzione soft che trapela in queste ore sarebbe dunque in linea con quanto precisato lunedì proprio dalle Entrate: in un comunicato stampa l'agenzia sottolineava che l'obiettivo del fisco non sono i lavoratori ma gli evasori. Quindi l'idea di un miniscudo riflette a pieno questa impostazione.
La lista dei chiarimenti sullo scudo fiscale si allarga, come detto, anche agli obblighi antiriciclaggio. L'esenzione che verrebbe riconosciuta ai "tramitanti" potrà essere spesa da questi istituti nei limiti già indicati dall'amministrazione finanziaria. Secondo le istruzioni impartite il 12 ottobre scorso, infatti, se l'intermediario dovesse verificare che l'oggetto del rimpartrio o della regolarizzazione dovesse essere il frutto di reati differenti da quelli fiscali, resta comunque obbligato alla segnalazione di operazioni sospette.
L'attuale disciplina sullo scudo, nell'esonerare dagli obblighi antiriciclaggio gli intermediari che riceveranno i capitali oggetto di rimpatrio o regolarizzazione, per sé si limiterebbe a richiamare operatori e professionisti indicati dal decreto 231/2007 sull'antiriciclaggio. In questo modo è sorto il dubbio che l'esenzione dagli obblighi di segnalazione non sarebbe applicabile agli istituti tramitanti (Iccrea e Icbpi) che, in particolare, fanno da tramite e lavorano i flussi finanziari che intercorrono tra le banche extracomunitarie di San Marino e il sistema bancario italiano.
Senza nessuna esenzione esplicita prevista per gli Istituti centrali del credito cooperativo e delle Popolari, il rischio fino ad oggi avanzato dagli operatori e dai professionisti chiamati a consigliare i propri clienti, sarebbe quello di un'adesione allo scudo senza i necessari "resquisiti" di riservatezza e anonimato, soprattutto in relazione anche a operazioni di riciclaggio.